Il CoorDown si è scagliato contro il GF Vip, chiedendo la squalifica immediata di un concorrente: cosa è successo?
Il GF Vip finisce ancora una volta nella bufera. Dopo le frasi razziste di Fausto Leali e le bestemmie di Denis Dosio e Stefano Bettarini, è il turno di Selvaggia Roma. A muovere accuse contro di lei e il programma di Alfonso Signorini è il CoorDown, Coordinamento delle associazioni delle persone con sindrome di Down .
Nello specifico, l’associazione accusa la Roma di aver pronunciato la parola “mongoloide” con intento dispregiativo. Per questo motivo, si chiede la squalifica immediata di Selvaggia. Tra l’altro, il CoorDown aveva già chiesto un provvedimento disciplinare nei confronti della “Vippona”, ma era passato del tutto inosservato.
CoorDown contro il GF Vip: la richiesta
Ad aver scatenato la bufera contro il GF Vip è Selvaggia Roma, new entry del reality più spiato d’Italia. L’influencer romana, entrata in Casa da qualche giorno, ha creato subito un certo scompiglio. A parte le liti con Elisabetta Gregoraci ed Enock, la 31enne ha commesso uno scivolone di stile inammissibile. Parlando con l’ex fiamma Pierpaolo Pretelli ha ammesso di non voler passare, agli occhi del pubblico, come una “mongoloide“.
Questo termine, il cui utilizzo è chiaramente dispregiativo, ha fatto infuriare il CoorDown, che ha subito richiesto un provvedimento disciplinare. L’appello dell’associazione è passato inosservato ed è per questo motivo che è tornata a scagliarsi contro il GF Vip. Attraverso Facebook, ha scritto:
“Chiediamo una risposta al Grande Fratello Vip dopo gli insulti verso le persone con Sindrome di Down. Fermare la discriminazione verso la disabilità non è una battaglia di serie b. CoorDown chiede l’espulsione per la concorrente Selvaggia Roma”.
La rabbia del CoorDown è più che comprensibile, soprattutto perché è assurdo che esistano ancora discriminazioni di questo tipo.
La battaglia di CoorDown
CoorDown, oltre a chiedere la squalifica immediata di Selvaggia, fa luce su un altro aspetto che, nel 2020, non possiamo definire altro che inquietante. L’associazione, facendo riferimento ai concorrenti già espulsi dal reality, si chiede come mai un termine come “neg*o” venga punito, mentre “mongoloide” venga lasciato passare. Si legge:
“Provate a dire in tv la parola ‘neg**’. Provate a usare “froc**” e “chec**”. Provate a dire “ebreo” con l’obiettivo di offendere. Provate a fare un commento sessista. Vi si scaglierà addosso la stampa tutta e i più impegnati attivisti della rete. Dite “mongoloide” o qualsiasi altra parola della disabilità per offendere, e non accadrà proprio nulla. Non è accaduto nulla infatti, neppure delle semplici scuse”.
Il Coordinamento delle associazioni delle persone con Sindrome di Down pretende, giustamente, che il loro appello venga accolto. Soltanto in questo modo, la battaglia che da tempo portano avanti, ovvero quella contro i pregiudizi e le discriminazione verso la disabilità, potrà avere giustizia. Come si comporterà Alfonso Signorini? Staremo a vedere.